martedì 24 gennaio 2023

Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare, ma non lo danno a chiunque. Quelle che parlano quando hanno qualcosa
da dire. Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere. Quelle che non si accontentano più. Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente, quelli buoni da quelli no. Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore. Quelle che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena. Quelle che vale la pena. Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri. Quelle con l'anima vicina alla pelle. Quelle che vedono con mille occhi nascosti. Quelle che sognano a colori. Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro. Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita.
Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita, e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Le persone belle non capitano semplicemente; si sono formate.
‎1) Ho il diritto di essere creduto.
2) Ho il diritto di ricevere assiste...nza terapeutica, medica, sociale, legale, da parte di professionisti
preparati.
3) Ho il diritto di essere rispettato, anche in sede di Tribunale, perché la vittima sono io.
4) Ho il diritto di essere ospitato (nel caso di abuso familiare) in una struttura adatta a me e rispettosa delle
mie esigenze.
5) Ho il diritto di non essere io a chiedere scusa a chi mi ha fatto del male.
6) Ho il diritto di decidere da solo se, quando e come perdonare chi mi ha abusato.
7) Ho il diritto di tornare a vivere e di essere aiutato a farlo.
8) Ho il diritto di essere accolto in una società che non difenda lui, ma me.
9) Ho il diritto di poter tornare a frequentare i luoghi a me destinati (scuola, oratorio, palestra, etc.) senza
dovermi ritrovare a contatto con il mio abusante.
10) Ho il diritto di tornare a credere che la legge è davvero uguale per tutti: soprattutto per le vittime

domenica 4 settembre 2011

IL PESO DI UNA PREGHIERA

Una donna, vestita sobriamente, con il volto triste, entrò in un negozio, si avvicinò al padrone e umilmente gli chiese se poteva prendere alcuni alimenti a credito.
Con delicatezza gli spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva lavorare e i loro sette figli avevano bisogno di cibo.
Il padrone non accettò e le intimò di uscire dal negozio.
Conoscendo la reale necessità della sua famiglia la donna suplicò: “Per favore, signore, glielo pagherò non appena posso”.
Il padrone ribadì che non poteva farle credito, e che lei poteva rivolgersi ad un altro negozio.
In piedi, vicino al banco, si trova un giovane sacerdote che aveva ascoltato la conversazione tra il padrone del negozio e la donna.
Il sacerdote si avvicinò e disse al padrone che avrebbe pagato quello che la donna avrebbe preso per il bisogno della sua famiglia, allora il padrone con voce riluttante, chiese alla donna: “Hai la lista della spesa?”. La donna disse “Si, signore”. “Bene” disse il padrone “metta la sua lista sul piatto della bilancia e le darò tanta merce quanto pesa la sua lista”.
La donna esitò un attimo e, chinando la testa cercò nel suo portafoglio un pezzo di carta, scrisse qualcosa e poi posò il foglietto su un piatto della bilancia.
Gli occhi del padrone e del sacerdote si dilatarono per lo stupore, quando videro il piatto della bilancia, dove era stato posato il biglietto, abbassarsi di colpo e rimanere abbassato.
Il padrone del negozio, fissando la bilancia, disse: “E’ incredibile” Il sacerdote sorrise e il padrone cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull’altro piatto della bilancia. Pur continuando a mettere molti alimenti, il piatto della bilancia non si muoveva, fino a che si riempì. Il padrone rimase profondamente stupito.
Alla fine, prese il foglietto di carta e lo fissò ancora più stupito e confuso… non era una lista della spesa!
Era una preghiera che diceva: “Mio DIO, Tu conosci la mia situazione e sai ciò di cui ho bisogno: metto tutto nelle tue mani!”.
Il padrone del negozio, in silenzio, consegnò alla donna tutto ciò che aveva messo nel piatto della bilancia.
La donna ringraziò e uscì dal negozio.
Il giovane sacerdote, consegnando una banconota da 50, disse al padrone: “ORA SAPPIAMO QUANTO PESA UNA PREGHIERA” …
Il nome di quel sacerdote era: KAROL WOJTYLA!

LE QUATTRO CANDELE





Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.
La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.
La seconda disse:
"IO SONO LA FEDE
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.
Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
E non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.
...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.
Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finchè io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA"
Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.

CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...

...e che ciascuno di noi possa essere
lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere
con la sua Speranza,
la FEDE, la PACE e l'AMORE!

martedì 10 maggio 2011


Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,
ringrazio qualsiasi Dio possa esistere
per l’indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirata indietro né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l’Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono la padrona del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.



Vivere nella più totale incertezza è terribilmente mortificante, e io preferirei la delusione che vivere da illusa


La felicità è dentro di noi,
se guardiamo nella direzione sbagliata
non possiamo vederla.
Lo sforzo senza perseveranza
è uno spreco di energia.
I veri miracoli
sono i cambiamenti della mente in modo positivo.
La rabbia è come il fuoco,
può essere spenta facilmente quando è piccola
ma diventa difficile da spegnere quando è radicata in profondità.
Crea spazio interiore
ed i problemi non potranno mai riempirlo.
Mantenendo la mente concentrata
riusciremo a terminare ogni cosa più rapidamente,
sentendoci sereni e rilassati.
L’amore e la gioia
hanno un profondo potere di guarigione sulla mente.
La forza interiore è la protezione più potente che hai.
Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità.
A volte non si è in grado di riconoscere la propria aggressività
perchè si è troppo occupati ad aver ragione.
Far sorridere gli altri
è un modo per accrescere la propria energia positiva.
Non giudicare le azioni di qualcuno
senza conoscere le sue vere motivazioni.
La nostra mente è pura come l’acqua.
Se ci mettiamo pensieri negativi
è come se la mescolassimo col fango rendendola opaca;
quello che dobbiamo fare è separare l’acqua dal fango
per conservarne la purezza.
Il primo pensiero è il miglior pensiero.
Per ogni oscurità c’è una luce.
Diventiamo davvero ricchi quando doniamo liberamente.
Seguire un sentiero spirituale
non vuol dire abbandonare il mondo
ma lavorare per migliorarlo.
Con l’amore,l’impossibile può diventare possibile.
La pace interiore è nelle nostre mani,dobbiamo solo scegliere se seguire i buoni sentimenti o rimanere intrappolati in quelli negativi.

domenica 1 maggio 2011



Nessuno puo' possedere nessuno.Niente puo' cambiare se non vuoi.
Chi crede di poterti piegare,assoggettare o ridurti al vile silenzio,s'illude.
Ci sono un paio d'ali ed un paracadute di scorta nascosti dentro di noi.
E quando ,,,,,il male e' troppo forte e l'aria si fa talmente irrespirabile,
e' quello il momento di saltare.
Allora e solo allora puoi veramente dirti libero.......
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua liberta' bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arrivera' fino al cielo
cio' che stava sopito sulla tua anima.


È in te l'illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l'onda.


Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.


Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.






 
Mani bramose che brancolano nel buio,
seguendo le tracce di un calore appena acceso.
Mani irrazionali che cercano senza parole,
guidate da un silenzio primordiale e animalesco.
Il respiro
accelera, singhiozza,
si ferma.
Il calore
aumenta, solletica,
comanda.
La ragione,
sommersa, si spegne.
Si riaccende,
in balìa della marea, del flusso, della burrasca.
La mente irradia la luce,
placa la tempesta.
Le mani si fermano, vergognose, mai pentite.
Il calore è un ricordo.
Il respiro è ormai un sussurro.
Un cavallo indomito continua a correre
nei fulminanti occhi tempestati.
Le mani, ormai ragionevoli, trasformano una scarica elettrica
in una carezza.
Ma la pioggia continua a battere.


Mi ricordo delle cose che non vorrei ricordare e non posso dimenticare quelle che vorrei dimenticare.


Fuggire, dalla mia espressione interiore di supposizione, dai miei contorni riflessi, specchiati nell'animo mio.
Smarrito e vilipeso, fuori o dentro di me, ho perduto il mio vero volto, e dimentico son io della vostra smemoratezza e della mia procurata amnesia.
Vi pongo in ogni ora del giorno e della notte la mia umile necessita' , non importa se non e' parte del vostro gioco.
Immagino le vostre lusinghe offerteme dietro un tornaconto , la vostra ostentata audacia nell'insinuare le colpe altrui.
Di me e delle mie sensazioni ne fate parte anche voi , io dal vostro mondo sono irrimediabilmente fuori.
Dentro di voi neppure un'infinita traccia di me e , nel vostro misero squallore , un mio vissuto di piena identita'.
Per la vostra politica spicciola e bietta cultura , non ho padroni da servire.
Io sono un randagio nell'animo,  serviente soltanto a me stesso !!!!!
Arcana.....
Alterius non sit qui suus esse potest.
Non appartenga a un altro chi può appartenere a se stesso.

giovedì 28 aprile 2011



Non e' mai facile indicare un periodo di vita con l'esemplificazione di un'icona.
Un titolo, puo' sortire un certo effetto,ma per via della sua naturale concentrazione non gli si puo' chiedere di assumersi una totale responsabilita' a farsi interprete di tanti impegnativi passaggi della propria esistenza.
Nel mio attuale momento, questo crescere, pensare, dubitare, ricredermi,sorridere ed andare avanti.
Vedo spuntare qualche grinza ma non mi spaventa.
L'onere di raccontare il mio attuale momento, va nella certezza di non aver mai tralasciato di ricordarmi di tutti, anche dei piu' sprovveduti inoffensivi nemici.
Sono stati amori nei quali non sempre mi riconosco.
Eppure anche per loro nutro un certo rispetto.
Non ricordo pero' come e perche' si andarono trasformando.
Spesso allontanando in inspiegabili ma fin troppo eloquenti silenzi.
Silenzi che non accetto, ora meno che mai.
Fatti di polvere e d'insonnia.Di equivoci.Frasi non dette o male interpretate.
Di inspiegabili definitive partenze...Certi fantasmi, credevo di averli spaventati.
Allontanandoli per sempre.
E invece....ne ho una paura fottuta.
Amore non vuol sempre dire cieca sottomissione.
Rifiuto della ragione.Ultimo oblio.....Amore dopo amore,
non ho imparato niente!
O meglio, mi sono volontariamente astratta da un'ineluttabile pianificazione dei sensi.
Sono qui' ora, come allora....perche' amore dopo amore....
non ho mai smesso di crederci!!!!!



Non resta che invocare il tuo nome, creatore della vita:
soffro, ma tu soltanto sei nostro amico!
Parliamo solo il tuo incantevole linguaggio,
diciamo il perché della mia tristezza:
Cerco la grazia dei tuoi fiori,
l’allegria dei tuoi canti, i tuoi tesori.
Dicono che in cielo vi sia gioia,
vita e letizia: lì risuona il tamburo,
il canto è incessante e con esso si dissolvono
il nostro pianto e la tristezza,
nella sua casa dimora la vita…
questo sanno i vostri cuori,